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Cap. 4   C - I fenomeni termici e le leggi dei gas







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La temperatura è una grandezza connessa con le sensazioni termiche di caldo e freddo che ci trasmettono i corpi. Essa si misura con il termometro e la sua unità di misura nel SI è il kelvin (K).
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La dilatazione termica consiste nell'aumento di dimensioni che tutti i corpi subiscono quando vengono riscaldati. Si parla quindi di dilatazione volumica o cubica, regolata dalla legge: §DeltaV =alpha V_0 DeltaT§. La variazione di volume è cioè direttamente proporzionale al volume iniziale del corpo e alla variazione di temperatura.
Solo per i corpi solidi aventi forma allungata, la dilatazione termica si manifesta come dilatazione lineare.
In questo caso l'allungamento risulta direttamente proporzionale alla lunghezza iniziale del corpo e alla variazione di temperatura secondo la legge:
§Deltal = lambda l_0 DeltaT§
Le costanti di proporzionalità §alpha§ e §lambda§ sono rispettivamente i coefficienti di dilatazione cubica e lineare, specifici per ogni sostanza.
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Ponendo a contatto due corpi che si trovano a temperature diverse essi si portano alla stessa temperatura, raggiungendo l'equilibrio termico. La temperatura di equilibrio raggiunta da due corpi dello stesso materiale è la media pesata, rispetto alle masse, delle temperature iniziali dei due corpi, cioè:
§T_e = { m_1 T_1 + m_2 T_2 }/{ m_1 + m_2 }§
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Il calore è quella forma di energia (energia termica) che può essere trasferita da un corpo a un altro in virtù della differenza di temperatura esistente tra i due corpi e di conseguenza rappresenta la causa delle variazioni di temperatura che essi subiscono. La sua unità di misura nel SI è il joule, ossia l'unità di misura dell'energia. Nel sistema pratico si usa la caloria. Vale la seguente relazione di conversione: §1 uucal = 4.186 uuJ§.
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Ciascuna sostanza assorbe e cede calore in funzione della massa e della differenza di temperatura, come espresso dalla relazione §Q = c_s m (T_2 -- T_1)§. Tale relazione esprime la legge della calorimetria. La costante di proporzionalità $c_s$ presente nella relazione è chiamata calore specifico della sostanza. Tale proprietà caratteristica indica la quantità di calore che occorre per aumentare di §1 deguuC§ la temperatura di §1 uug§ di quella sostanza.
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Un altro fenomeno che si riscontra nella materia per effetto dello scambio di calore è il passaggio di stato, cioè la trasformazione da uno stato fisico a un altro. I passaggi di stato si distinguono in: fusione (da solido a liquido); solidificazione (da liquido a solido); vaporizzazione (da liquido ad aeriforme); condensazione (da aeriforme a liquido); sublimazione (da solido ad aeriforme) e brinamento (da aeriforme a solido). Durante il passaggio di stato la temperatura della sostanza rimane costante e il calore scambiato viene utilizzato per modificare la struttura interna del corpo.
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La modalità con la quale il calore si trasferisce da un corpo più caldo a uno più freddo è detta trasmissione di calore. Essa può avvenire: per conduzione, quando il calore si trasferisce per contatto diretto ma senza trasferimento di materia (soprattutto nei solidi); per convezione, quando il calore viene trasferito per contatto diretto e grazie al trasferimento di materia (nei fluidi); per irraggiamento, quando non si ha alcun contatto diretto o trasferimento di materia tra i corpi e la propagazione del calore si ha anche nel vuoto.
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Secondo il modello microscopico della materia tutti i corpi sono costituiti da atomi legati tra loro a formare le molecole. Le molecole di un corpo sono tenute assieme da forze intermolecolari e il continuo movimento da cui esse sono animate è chiamato moto di agitazione termica, in quanto dipende dalla temperatura del corpo.
Nei solidi le forze intermolecolari sono molto intense e le molecole, che hanno una limitata libertà di movimento, sono organizzate in una struttura regolare chiamata reticolo cristallino.
Nei liquidi l'agitazione termica è più intensa e le forze intermolecolari più deboli. Negli aeriformi l'agitazione termica prevale decisamente sulle forze interolecolari e le molecole si muovono in modo disordinato non essendo legate l'una all'altra.
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Per descrivere lo stato e le trasformazioni di un gas si considerano tre variabili di stato di un gas: la pressione, il volume e la temperatura. Per studiare le proprietà dei gas ci si riferisce a un sistema ideale chiamato gas perfetto. I gas reali approssimano il comportamento di un gas perfetto a temperature alte e a pressioni non molto elevate.
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Sono la legge di Boyle, la prima e la seconda legge di Gay-Lussac.
In particolare, la legge di Boyle afferma che durante una trasformazione isoterma (in cui §T§ si mantiene costante) la pressione e il volume di un gas perfetto sono inversamente proporzionali.
La prima legge di Gay--Lussac afferma che durante una trasformazione isobara (in cui §P§ si mantiene costante) il volume risulta direttamente proporzionale alla temperatura assoluta del gas e al suo volume iniziale.
La seconda legge di Gay--Lussac afferma che durante una trasformazione isocora (in cui §V§ si mantiene costante) la pressione risulta proporzionale alla temperatura assoluta del gas.
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L'equazione di stato dei gas perfetti è la legge fondamentale che stabilisce il legame tra le variabili §P, V§ e §T§ e caratterizza il comportamento di un gas perfetto quando si trova in uno stato di equilibrio. Nell'equazione di stato la quantità di gas è espressa dal numero di moli. Una mole di gas è una quantità di gas che contiene un numero di Avogadro di molecole.
© Prof.ssa Anna Pellegrini - Ing. Luciano Pirri
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